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domenica 2 gennaio 2011

NOE' RICOMPARE.....IN AUSTRALIA

Il Queensland, la parte nordorientale dell’Australia, è in ginocchio. Devastata dalla più grande inondazione degli ultimi 50 anni. «Un disastro di proporzioni bibliche», spiega Andrew Fraser, capo del Dipartimento del Tesoro dello Stato. La gente o ha lasciato le abitazioni o osserva i fiumi gonfiarsi a dismisura. Ben sei corsi d’acqua hanno superato gli argini. La pianura del Queensland è punteggiata dei tetti delle fattorie che spuntano da un mare d’acqua dolce e di fango e di detriti. Il Fitzroy River, il secondo bacino australiano è di oltre 9 metri sopra il suo livello, minaccia 4 mila abitazioni e mercoledì raggiungerà il culmine. La zona colpita infatti è grande quanto Francia e Germania messe insieme. Le autorità hanno avvertito la popolazione a prestare attenzione a coccodrilli e serpenti «alla deriva» e che avranno trovato riparo o piuttosto un ambiente accogliente nelle case inondate dove il cibo non manca. Gravemente colpite le miniere di carbone, una delle voci principali dell’economia locale. Società come l’Anglo American e la Rio Tinto sono state costrette a rallentare o fermare la produzione. Danneggiate le piantagioni da zucchero e così a rischio c’è l’export dello zucchero grezzo di cui l’Australia è leader mondiale. Il porto di Bundaberg è chiuso e, spiega uno dei dirigenti dell’industria, «se non riaprirà a breve causerà pesanti danni». A Bundaberg ieri si è recata Julia Gillard. La premier ha parlato di «disastro naturale» e annunciato lo stanziamento di fondi per 1 milione di dollari, un sesto di quanto finora richiesto dalle autorità cittadine. «Ci sono molte cose da fare e le faremo», ha detto Gillard. Agli australiani è giunto anche il messaggio di solidarietà della Regina Elisabetta II. Il paradosso di questa inondazione record è l’altra metà dell’Australia rischia di «bruciare». Le temperature hanno superato i 40 gradi. Nello Stato di Vittoria e nella South Australia i vigili del fuoco hanno preparato piani di evacuazione nel caso i focolai, finora domati, dovessero riprendere.

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