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martedì 19 agosto 2014

DAL 29 GIUGNO 2014 IL NUOVO CALIFFATO

« Noi crediamo ciecamente in Allah e ci batteremo per liberare i prigionieri dalle manette per porre fine all'oppressione alla quale i sunniti sono stati sottoposti dal malvagi sciiti e dalle crociate occupanti, di assistere gli oppressi e ripristinare i loro diritti anche a costo della nostre stesse vite, per far diventare la parola di Allah suprema nel mondo e ripristinare la gloria dell'islam. »
Nel gennaio 2006, alcuni gruppi Iracheni di fede Sunnita, rinverdirono il tradizionale "Patto dei profumati", risalente alle origini Islamiche Salafite.
 Durante la cerimonia i partecipanti giurarono appunto di liberare l'Iraq sunnita da l'oppressione straniera. Fondarono anche un governo provvisorio e Abu Al-Bagdhadi divenne l'emiro dell'ISI (Stato Islamico dell'Iraq), naturalmente l'istituzione non venne riconosciuta da nessuno. Abu Al-Bagdhadi di fatto era solamente un prestanome dato che il potere era detenuto dall'egiziano Abu Ayyub al-Masri. Al-Baghdadi e al-Masri vennero entrambi uccisi in un'operazione congiunta di Stati uniti e Iraq nell'aprile del 2010. Abu Bakr el Bagdhadi, successe ad entrambi ed è l'attuale leader di ISIS o ISIL. La sua azione ha teso ad estendere il potere dell'ISI unificando le sue forze con quelle che operano nel conflitto Siriano cambiando il nome al movimento nell'attuale ISIS o ISIL. Ha poi agito all'interno dell'Irak per sgretolare progressivamente il potere del legittimo presidente Nouri Al Maliki. Quest'ultimo è salito alla presidenza Irakena dopo la defenestrazione di Saddam Houssein, appoggiato oltre che dall'Occidente dal movimento interno Sciita di stampo filo Iraniano. 

Dopo novant'anni di assenza, l'antica istituzione del califfato ha quindi ripreso vita il primo giorno di Ramadan dell'anno 1435 dell'Egira che corrisponde al 29 giugno 2014. Secondo la storia musulmana ufficiale, esso ebbe origine nel 632 d.C., alla morte del profeta islamico Maometto, per poi svilupparsi spontaneamente, colmando il crescente bisogno della comunità musulmana nascente di avere un leader temporale. Il califfo divenne l'erede di Maometto senza essere un profeta. Dopo i primi quattro califfi, la carica divenne ereditaria.Fin dall'inizio, i seguaci non furono d'accordo sul fatto che il califfo dovesse essere il musulmano più capace e più pio o il più stretto parente di Maometto; ne derivò un disaccordo che portò alla divisione dell'Islam in due rami quello sciita e quello sunnita, causando il profondo scisma che permane ancora.
Un comunicato audio in cinque lingue (il titolo della versione inglese è "This is the Promise of Allah" ["Questa è la promessa di Allah"]) proclamando la nascita di un nuovo califfato sotto il "califfo" Ibrahim. Quest'ultimo (alias Ibrahim Awwad Ibrahim), 40 anni circa, proveniente da Samarra, in Iraq, ha combattuto in Afghanistan e poi in Iraq. Egli ora afferma di essere capo dei "musulmani di tutto il mondo" e chiede loro di prestargli obbedienza. Egli asserisce che tutti gli altri governi musulmani hanno perso la loro legittimità. Inoltre, i musulmani devono rifiutare "la democrazia, la laicità, il nazionalismo, come pure le altre lordure e idee dell'Occidente". Far rivivere il califfato significa, come annuncia il comunicato audio, che il "lungo sonno nelle tenebre della negligenza" è finito. "Il sole del jihad brilla. Le luci del bene annunciano la buona novella e all'orizzonte appare il trionfo". Gli infedeli sono a giusto titolo terrorizzati all'idea che "Oriente e Occidente" si sottometteranno, che i musulmani saranno "padroni del mondo".
Poi ci sono i fatti accaduti nell'ultimo mese e mezzo in quell'area. L'avanzata dell'ISIS verso Mosul ed Erbil, l'attacco ai Cristiani, ha alimentato il dibattito di Ferragosto in Occidente. Naturalmente anche da noi. Negli ultimi giorni abbiamo assistito prima all'uscita di Alessandro Di Battista sul blog di Beppe Grillo sotto il titolo "ISIS che fare?", ha detto la sua accendendo la miccia del dialogo politico (è una lunga analisi che consiglio di leggere, non sono due battute, certo non è tenero con gli States, io rilevo e non mi permetto nessun commento). Poi poche ore fa ho sentito a Rai News le parole di Papa Francesco "In questi casi, dove c'e' una aggressione ingiusta, sottolineo ingiusta, trovo lecito fermare l'aggressore, ma non può essere un'unica nazione a farlo". Anche qui non aggiungo mie valutazioni personali, magari su armi da inviare laggiu' sono convinto che nei prossimi giorni in proposito ne sentiremo di belle,  mi limito a riportare unicamente il ragionamento del Papa.


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