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sabato 23 agosto 2014

BEL BUFFET TRA BANCHIERI CENTRALI A JACKSON HOLE CON IL DUBBIO RIALZO DEI TASSI O MISURE NON CONVENZIONALI

 E' una valle che si trova nella parte nord-occidentale dello Stato del Wyoming, negli Stati Uniti, ai piedi del massiccio del Teton Range e attraversata dal fiume Snake. La valle si sviluppa a una quota media di oltre 2000 m s.l.m., con zone di maggior depressione quali il Fish Creek, sotto i 2000 m e all'interno dei confini del Parco, e a Hoback Junction, al di fuori del parco. La valle di Jackson Hole è lunga circa 55 miglia (89 km) e larga 13 miglia (21 km). Il centro abitato principale è la cittadina di Jackson.


 In questo scenario si sono incontrati i Banchieri centrali dal 21 al 23 agosto.  Dopo la fioritura di dati economici deludenti e di errori di previsione in Europa così come negli Stati UnitiNon è un'epoca facile neppure per i banchieri centrali, devono governare gravi problemi ciclici delle economie e al tempo stesso - manovrando i tassi - prendere decisioni che hanno portata strutturale sul benessere e sull'equità. Yellen e Draghi sono ormai abituati a camminare su una corda tesa. Ma a Jackson Hole bisognava darne una dimostrazione dal vivo. Come si capisce, il confine tra successo e fallimento è sottile. L'analisi di quest'anno era incentrata sul mercato del lavoro.

La crisi, almeno negli Stati Uniti, sembra avviarsi al termine. Se i progressi economici e sul mercato del lavoro saranno più rapidi del previsto si potrebbe infatti aver un aumento dei tassi prima delle attese in America. Se invece dovessero essere più lenti, l’aumento dei tassi potrebbe accadere più tardi delle attese, ha affermato il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen. Con una inflazione negli Usa «ancora al di sotto dell’obiettivo del 2%» la Federal Reserve «potrebbe mantenere la sua politica accomodante fino a quando l’inflazione non si muoverà chiaramente» verso il 2% e solo a quel punto la Fed «potrà essere sicura si sia ridotto» il livello di sottoutilizzo che permane nel mercato del lavoro ha sottolineato la presidente della banca centrale Usa.
Dopo qualche ora è intervenuto Mario Draghi presidente della Bce. " Al momento, le politiche monetarie e di bilancio accomodanti, non possono sostituire le necessarie riforme strutturali", ha precisato Draghi. Insomma, le riforme in alcuni Paesi non sono rinviabili. «Sul lato della domanda, la politica monetaria può giocare un ruolo centrale, che al momento significa una politica accomodante per un periodo prolungato» ma servono «politiche strutturali nazionali». La Bce comunque potrebbe usare «anche strumenti non convenzionali per salvaguardare le aspettative di inflazione nel medio-lungo termine». 
Il solito rituale che si ripete da molto tempo a tutte le latitudini senza alcun risultato tangibile, ma in compenso belle località ottime vivande e vini di ottima qualità. 

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