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sabato 9 gennaio 2016

LA TRANSIZIONE IMPOSTA DAL GIGLIO MAGICO

«Ci sarà da sudare, avremo tutti contro, ma da una parte ci saremo noi, il partito del cambiamento, dall’altra loro, i difensori della casta, e gli italiani non avranno dubbi», va ripetendo Matteo Renzi. Il fatto è che nel frattempo la riforma elettorale, l’Italicum approvato l’anno scorso in via definitiva, sarà entrato in vigore: avverrà proprio a luglio, come prevede la clausola al testo. E con un nuovo assetto istituzionale e un nuovo sistema di voto in mano al premier, tutto può accadere. Di certo, nulla sul piano tecnico potrà impedire un eventuale ritorno anticipato alle urne. Naturalmente prima, ci sarà il passaggio fondamentale per il premier, pare nel prossimo mese di ottobre, quel Referendum popolare confermativo sulle riforme Istituzionali. Lì si capirà, come sostiene lo stesso Renzi, il futuro e la prospettiva sua e del suo governo. Certo le vicende degli ultimi mesi, legate al decreto salva banche, con eventuali complicazioni giudiziarie che ne potrebbero derivare,  rappresenterebbero un ulteriore scoglio per le strategie del Premier. Inoltre le amministrative di tarda primavera, saranno il primo vero banco di prova per il PD, ma Renzi è stato chiaro al proposito affermando "Noi metteremo in campo per il fututo il meglio che abbiamo, per ogni territorio, ma io non posso essere giudicato per quel risultato elettorale. Io voglio essere giudicato sul Referendum Istituzionale, e se lo perdo andrò a casa".
Certo ora siamo a gennaio e da qui a ottobre, la strada è ancor lunga e assai scoscesa. Molti esami dovranno essere superati a livello Europeo, dopo la manovra costruita sulla flessibilità, che già fa storcere il naso a Bruxelles e dintorni. Inoltre quanti e quali saranno gli imprevisti da affrontare. Certo e Renzi di ciò è consapevole, nei momenti più neri, una stampella in Parlamento, "la puoi sempre trovare".
 In primis il concittadino Denis Verdini ed i suoi numerosi amici, "spesso sono assai critici, ma poi al momento giusto, una mano non te la negano". Così certo tra alti e bassi si dovrebbe arrivare a quel voto referendario, che dovrebbe chissà essere la svolta agognata dal Premier, ma anche la sua caduta.

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