Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l'eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto.
Nel "Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:
- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze. Questo il comunicato delle 22,55 del 16/03/2013 con il quale Beppe Grillo ha commentato la decisione di alcuni senatori del M5S, di votare per la candidatura di Pietro Grasso.
Ma facciamo un passo indietro nel primo pomeriggio, orecchie tese dietro la massiccia porta della commissione Industria oltre la quale i 53 senatori grillini se ne dicono di tutti i colori sull'eventualità che il loro «non voto» faccia prevalere il presidente uscente Renato Schifani (Pdl) sull'ex procuratore nazionale Antimafia Grasso (Pd). Nell'aula in cui è riunito il M5S volano parole grosse. Il lucano Vito Rosario Petrocelli abbandona la riunione in segno di dissenso, il campano Bartolomeo Pepe fa sapere che Salvatore Borsellino (fratello del magistrato assassinato dalla mafia nel '92) ha supplicato di votare Grasso. Mentre i siciliani (tra gli altri, Nunzia Catalfo e Vincenzo Santangelo) fanno notare ai colleghi che loro non potrebbero più varcare lo Stretto se il Movimento risultasse determinante per la sconfitta di Grasso. Non passa la linea del capogruppo, Vito Crimi, che avrebbe preferito la scheda annullata. Poi si vota a ripetizione nell'assemblea dei grillini ma alla fine la confusione regna sovrana perché lo stesso Luis Alberto Orellana dice: «La nostra linea non cambia». E cioè? «Scheda nulla o scheda bianca....Anche perché col voto segreto c'è sempre la libertà di coscienza....». E così l'Assemblea - diretta in modo impeccabile dal senatore a vita Emilio Colombo - vota al ballottaggio secondo le previsioni. Per l'ex magistrato si schierano 137 senatori: 109 del Pd, 7 di Sel e 9 delle Autonomie, che in totale fanno 125. Ai quali però si aggiungono 12 esterni alla coalizione presumibilmente in arrivo dal M5S.
Quali considerazioni personali si possono trarre "il giorno dopo":
A pelle io sono rimasto favorevolmente colpito da quanto è successo ieri, mi è piaciuta già di prima mattina la proposta delle due candidature avanzate, significativamente diversa e meglio qualificata da quella ipotizzata solo 24 ore prima. Tutto poi si è svolto "sotto i riflettori", nel pomeriggio è successo ciò che Grillo ha duramente commentato in tarda serata. Io credo che lui stesso se ne dovrà fare una ragione, perchè questo inevitabilmente, potrà succedere di nuovo. E' difficile e alla lunga impossibile mantenere la "disciplina di gruppo" nei partiti storici, figuriamoci in un movimento che ha selezionato i "suoi rappresentanti", in una mattina sul web. Qui poi si naviga a vista, "sarà l'improvvisazione a fare la differenza", l'importante sarà arrestare il declino o quantomeno conterne gli effetti e "galleggiare", facendo intanto le riforme ed i cambiamenti necessari. Molti dei quali "tutti annunciamo e professiamo", ma che ad oggi non siamo stati capaci di realizzare. Mettiamo quindi da parte "spocchie personalistiche", che sempre si ripresentano e nelle quali "ci rifugiamo" e continuiamo nel rinnovamento, che mi pare " intrapreso". Ci saranno "mazzate" che toccheranno "di volta...in volta", a qualche parte politica compresi i "proponenti e quindi allo stesso PD", ma dobbiamo farcene tutti....una ragione. Noi magari, potremo esprimere "il nostro meglio", in questa difficile situazione, "uscendo dagli schemi...tradizionali", nei quali siamo imprigionati da toppo tempo.
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