Dopo il black out dovuto al terremoto ed all’arresto dei generatori di emergenza a causa del maremoto, il recipiente a pressione del reattore si è surriscaldato, avvicinandosi ai mille gradi e portando allo scioglimento parziale degli involucri metallici delle barre di combustibile nucleare. All’interno di queste ultime, invece, si è arrivati a 1.800 gradi: una temperatura talmente elevata da sciogliere lo stesso uranio. Per raffreddarlo si è dovuta fare entrare acqua, e per far ciò è stato necessario rilasciare vapore dal nocciolo. Ecco quindi la causa delle esplosioni al reattore n. 1 di venerdì e al numero 3 della scorsa notte: la fuga di idrogeno, separatosi dall’altro elemento dell’acqua, l’ossigeno, durante il rilascio del vapore. Insomma, i disperati tentativi degli ingegneri giapponesi di scongiurare la catastrofe nucleare li ha portati non solo a sfiatare vapore contaminato in atmosfera, ma a rischiare di peggiorare la situazione: quando il vapore fuoriesce, infatti, il livello dell’acqua nel nocciolo che serve a raffreddare le barre di combustibile scende. In questo modo, le barre di uranio si scoprono, scaldandosi ulteriormente. Una pericolosissima reazione a catena, di cui ancora non si possono conoscere le conseguenze. È ancora presto per dirlo, ma le autorità giapponesi assicurano che l’emergenza per i reattori 1 e 3 della centrale nucleare di Fukushima danneggiati dal terremoto è finita. Rimane però la peggiore delle ipotesi: quella di una fusione del nocciolo del reattore n. 2, con conseguente esplosione. Una possibilità da non escludere. Le sue barre di uranio, infatti, sono rimaste totalmente esposte all’aria per due ore e mezzo. Un fatto particolarmente grave, dato che può avere innescato la fusione del nucleo.
Cosa succederà, ora?
Per scongiurare la possibilità che anche il reattore 2 non esploda a causa della fuoriuscita di idrogeno creato dal surriscaldamento del vapore, la Tepco ha annunciato che bucherà il muro dell’edificio che ospita il reattore, così da fare uscire il gas detonatore. La società elettrica giapponese ha inoltre iniziato a depressurizzare la vasca di contenimento del reattore 2, rilasciando così altro vapore radioattivo.
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