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sabato 25 maggio 2013

CARO LETTA E' TEMPO DI DARSI UNA MOSSA

A quasi un mese dal giuramento, lo score del nuovo Governo sui temi dell’economia, al di là delle buone intenzioni, resta tristemente al palo. La semplice sospensione di una rata dell’Imu sulla prima casa e il gruzzolo di euro messo a tamponare l’emergenza Cig sono niente rispetto alle urgenze di un Paese senza lavoro e con poco futuro. 
Quando nel cuore dell’economia del Paese, in Lombardia, la produzione arretra nel primo trimestre dell’anno del 2,4% (e per la prima volta cade anche l’export), quando in tutte le regioni del Nord il Pil procapite perde oltre 2mila euro in quattro anni, quando in Veneto le aziende in procedura di crisi aumentano del 32 per cento, quando il Piemonte perde quasi cinque punti di produzione in un anno, non è tempo, evidentemente, di parole o di rinvii. Difficile ricordare consigli dei ministri così poco produttivi dopo la nascita di un governo. Nel 2001, a due settimane dal giuramento, il Berlusconi II varò il pacchetto 100 giorni con la detassazione degli utili reinvestiti in beni strumentali, la liberalizzazione delle ristrutturazioni immobiliari e la soppressione dell’imposta sulle donazioni; nel 2006 il Prodi II approva, dopo poco più di un mese, l’ampio piano di liberalizzazioni del ministro Bersani; nel 2008 ancora Berlusconi impiega 13 giorni per approvare i decreti sull’emergenza rifiuti a Napoli e sull’abolizione dell’Ici prima casa; a Mario Monti, nel 2011, bastano 18 giorni per varare la mega-manovra anti-crisi da 30 miliardi, con tanto di riforma delle pensioni. Perchè ricordiamolo dopo un inizio brillante anche i signori su citati, poi si sono adagiati e persi nei percorsi parlamentari nostrani, veri e propri labirinti. Nelle ultime ore si è aggiunta la decennale "promessa" di riformare il "finanziamento" ai partiti e la "legge elettorale". Il Presidente del Consiglio ha detto che si presenterà a Bruxelles il 29 maggio "con la schiena dritta" per trattare sulla "procedura per il rientro dal deficit del nostro paese", affermando "solo un allentamento", potrà favorire la nostra crescita.

Enrico Letta ha individuato giustamente nella crescita economica il suo primo obiettivo. Ma la crescita si fa anche con la fiducia che viene dalla chiarezza di un disegno complessivo e dalla capacità di attuarlo in tempi rapidi e certi. Mah, però si continua a "galleggiare, navigando a vista" e il piano "strategico", ammesso che ci sia.....non lo si vede, neanche scrutando all'orizzonte.